Nella vasta pianura dell’Anatolia centrale, nel cuore della moderna Turchia, si erge un sito archeologico straordinario che getta luce sulla complessità della vita umana preistorica. Parliamo di Çatalhöyük, un antico insediamento che è stato oggetto di intensi scavi archeologici, rivelando dettagli affascinanti sulla vita quotidiana di una società che risale a migliaia di anni fa.
Çatalhöyük è un sito archeologico di rara importanza che risale al Neolitico, databile intorno al 7500-5700 a.C. Il sito si trova nelle vicinanze dell’attuale città di Konya, in Turchia, ed è stato scoperto per la prima volta nel 1958 da James Mellaart. Tuttavia, è stato il lavoro instancabile di generazioni successive di archeologi, guidati da Ian Hodder, a svelare gradualmente l’importanza e la complessità di questo insediamento.
Una delle caratteristiche più affascinanti di Çatalhöyük è la sua architettura unica. Gli abitanti costruivano le loro case attaccate l’una all’altra, formando una complessa rete di strade e passaggi sopraelevati. Queste case, costruite con mattoni di fango essiccato al sole, non avevano accesso diretto dalle strade, ma erano raggiungibili attraverso buche nel tetto, suggerendo che le attività sociali e domestiche si svolgessero anche sui tetti. Questo schema architettonico ha portato gli studiosi a ipotizzare che la comunità potrebbe aver cercato di creare un senso di unità e condivisione. Gli scavi a Çatalhöyük hanno rivelato una vivace tradizione artistica e religiosa. Le pareti interne delle case erano decorate con affreschi che raffiguravano scene di vita quotidiana, animali e figure umane stilizzate. Queste rappresentazioni potrebbero aver avuto significati simbolici o religiosi. In particolare, uno dei ritrovamenti più famosi è una possibile rappresentazione di una divinità femminile, spesso chiamata la “Dea Madre”, che potrebbe indicare una forma di culto della fertilità.
L’analisi dei reperti archeologici ha fornito importanti dettagli sulla vita economica a Çatalhöyük. La comunità si basava principalmente sull’agricoltura e sull’allevamento di bestiame. I residenti coltivavano grano, orzo e legumi, oltre a praticare la caccia e la raccolta di risorse locali. La scoperta di grani carbonizzati e attrezzi agricoli suggerisce che l’agricoltura fosse una parte fondamentale della loro sopravvivenza.
Le pratiche funerarie a Çatalhöyük sono state un oggetto di interesse e dibattito tra gli archeologi. Si sono trovate diverse sepolture all’interno delle abitazioni, sotto i pavimenti o nei loro pressi. Questo ha portato a ipotesi che potrebbe esserci stata una forma di culto ancestrale o un legame simbolico tra i vivi e i morti. Tuttavia, le prove non sono ancora definitive e le interpretazioni variano.
In conclusione, Çatalhöyük offre un’opportunità unica di esplorare le intricanti sfaccettature della vita umana durante il Neolitico. L’architettura innovativa, l’arte murale, le pratiche religiose e le abitudini quotidiane rivelano una società complessa e avanzata per il suo tempo. Nonostante le sfide nell’interpretazione dei reperti archeologici, i ricercatori continuano a lavorare per gettare luce su questa antica comunità e per comprendere il suo ruolo nella storia dell’umanità. Çatalhöyük rimane un tesoro prezioso che ci connette con le radici più profonde della civiltà umana.
Emanuele Musulin